In fatto di benessere, salute e bellezza l’attenzione da parte di uomini e donne di ogni età, è via via crescente.
Non mancano, infatti, nuovi studi, scoperte, tipologie di allenamento o attrezzi in grado di massimizzare i risultati.
Spesso salute e bellezza viaggiano sullo stesso binario e non è raro trovare degli attrezzi in grado, allo stesso tempo, non solo di scolpire e tonificare il corpo o aumentare l’efficacia dell’allenamento, ma anche di apportare benefici da un punto vi dista salutistico.
Tra questi troviamo la pedana vibrante, uno strumento elettronico che da ormai qualche anno viene utilizzato per i motivi più disparati.
Nonostante oggi, quando si pensa alla pedana vibrante il primo luogo in cui vedremmo la sua naturale collocazione è la palestra, in realtà i primi studi erano finalizzati a qualcosa di diverso.
Furono i russi Nazarov e Spirav a studiarne il funzionamento attorno agli anni 80 e lo scopo della ricerca era aiutare gli astronauti in orbita a praticare esercizio fisico.
I precedenti astronauti, infatti, avevano riportato al termine delle missioni, problemi ossei e muscolari dopo appena 120 giorni.
Grazie all’aiuto di questo attrezzo, due astronauti riuscirono a restare nello spazio per 450 giorni.
Tra poco ne analizzeremo nello specifico il funzionamento, in breve però possiamo definire la pedana vibrante come uno strumento, spesso utilizzato come complemento allo sport, che trasmette al corpo umano delle vibrazioni a differente frequenza ed ampiezza.
Per whole body vibration, WBT, si intende il funzionamento alla base della pedana vibrante, vale a dire la trasmissione di vibrazioni da un apparecchio al corpo.
Le pedane vibranti si possono suddividere, a seconda del movimento del piatto e della frequenza, in sussultorie, cioè verticali, e basculanti.
Quelle sussultorie hanno una frequenza maggiore che generalmente si aggira tra i 30 ed i 35 Hz ed il movimento è verticale e rapido. Queste pedane sottopongono il corpo ad un movimento intenso ed energico.
Le pedane basculanti eseguono un movimento orizzontale ed oscillante e le vibrazioni si attestano tra gli 0 e i 25 Hz.
Questa tipologia di movimento, simile a quello effettuato durante una passeggiata, comporta una contrazione importante dei muscoli che di fatto è un po’ come se venissero sottoposti ad attività sportiva.
In entrambi i casi il movimento dei muscoli, anche se involontario, è di tipo attivo.
Ultimo aggiornamento 2024-10-22 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
Come accennato, la pedana vibrante trova oggi un largo impiego. Gli ambiti applicativi sono infatti differenti, da quello sportivo sino a quello estetico e riabilitativo. Vediamoli nello specifico.
In ambito sportivo, si utilizza la pedana vibrante per supportare ed ottimizzare l’allenamento tradizionale ma anche come forma di riscaldamento per preparare il muscolo all’attività motoria. O ancora, trova impiego per recuperare tra i vari esercizi o per eseguirli mentre la si utilizza. Per esempio, alcuni degli esercizi che si possono effettuare mentre si è sulla pedana vibrante sono gli squat in tutte le varianti, gli affondi, i pelvis bridge. Le braccia invece si possono allenare eseguendo alzate sia frontali che laterali, biceps curl o shoulder press e si possono effettuare anche esercizi per l’addome. Inoltre, questo attrezzo è perfetto per eseguire vari esercizi di stretching.
In ambito estetico, la pedana vibrante è nota per essere particolarmente efficace, se correttamente programmata, come coadiuvante nel trattamento della ritenzione idrica, cioè la cellulite.
Questo avviene andando a stimolare la microcircolazione, i vasi sanguigni e linfatici sono in grado di lavorare correttamente andando così a ridurre il fastidioso effetto a buccia d’arancia.
In ambito riabilitativo, invece, l’utilizzo della pedana vibrante ha mostrato numerosi e significativi vantaggi.
Uno tra questi riguarda il trattamento dell’osteoporosi, che più avanti analizzeremo nel dettaglio. Altri casi in cui questo apparecchio apporta dei benefici sono riabilitazione del ginocchio, ipotonia muscolare, problematiche riguardanti e il tallone d’Achille.
In seguito ad immobilizzazione causata da un infortunio o da una operazione chirurgica, la pedana vibrante può fare parte del programma riabilitativo.
Vediamo più da vicino quali sono i benefici che, in condizioni ottimali di salute e sotto supervisione di un esperto almeno fino a quando non non si diventa autonomi, può apportare all’organismo l’utilizzo della pedana vibrante.
-Rafforza l’apparato scheletrico: uno studio in particolar modo, ha dimostrato, sottoponendo 70 donne di età che oscilla tra i 58 ed i 74 anni a due tipologie di esercizio. Sono stati creati tre gruppi: uno non ha svolto alcun allenamento, uno ha praticato un allenamento tradizionale del ginocchio mentre il terzo gruppo ha allenato sempre le ginocchia, ma con l’impiego di una pedana vibrante.
Dopo 24 settimane il terzo gruppo presentava una densità minerale ossea maggiore, questa sarebbe la quantità di calcio presente per centimetro quadrato di osso.
-Utile per il trattamento del mal di schiena. Se si utilizza una pedana vibrante a bassa frequenza, per intenderci sotto a 20 Hz, anche la schiena può trarne sollievo.
In particolare ci riferiamo a scoliosi, mal di schiena come conseguenza di un trauma, ipertonia muscolare o ernia al disco.
Sono sempre più, infatti, gli esperti che consigliano dei percorsi riabilitativi in cui appunto figura l’uso di questo attrezzo.
-Migliora le prestazioni sportive. Tra i motivi per cui gli atleti inseriscono spesso la pedana vibrante all’interno del loro programma di allenamento è che le vibrazioni da queste generate comportano un incremento della forza massima, della forza esplosiva, della velocità ed anche della resistenza muscolare.
Non sempre è possibile utilizzare la pedana vibrante in sicurezza, ci sono infatti alcune condizioni in presenza delle quali è consigliato evitarne l’impiego o di consultare prima il medico per ricevere indicazioni precise in base alla propria condizione.
Nonostante i numerosi benefici che si possono trarre dall’utilizzo di questo macchinario, ci sono anche dei possibili contro che andrebbero tenuti in conto prima di decidere di utilizzarlo.
Come, per esempio, problemi alle articolazioni. Sottoporre il corpo a frequenti ed importanti vibrazioni potrebbe stressare eccessivamente le articolazioni e lesionarle col passare del tempo.
In generale, comunque, non si dovrebbe utilizzare la pedana vibrante in caso di gravidanza, epilessia, cardiopatie, fratture recenti, trombosi acuta, forte emicrania, artrite reumatoide e impianti recenti di protesi o chiodi.
Chi soffre di epilessia dovrebbe propendere per attività differenti perché la stimolazione neurologica causata dalle vibrazioni della pedana potrebbe innescare una crisi epilettica.
Per cardiopatie bisogna fare una differenziazione tra portatori di pacemaker e non. I primi non possono utilizzare questo attrezzo perché gli impulsi vibranti potrebbero creare delle interferenze con il pacemaker. Gli altri, invece, devono comunque consultare prima un esperto che ne valuterà l’idoneità in base al problema specifico.
Se si hanno delle ferite fresche dovute ai motivi più disparati come un intervento chirurgico, con conseguenti punti di sutura, sarebbe preferibile sospenderne temporaneamente l’utilizzo almeno fino a quando la ferita non si sarà rimarginata.
Insomma, abbiamo appena visto quanto possa essere benefico l’impiego di una pedana vibrante. Ricorda però, e questo è molto importante, che la stessa deve essere di buona qualità deve essere utilizzata secondo corrette istruzioni al fine di non andare incontro a spiacevoli conseguenze, improvvisare non è certamente la soluzione migliore.
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